Ora che la musica è finita…

donne decise

Ora che la musica è finita (quella di Sanremo) e una vecchia conoscenza in rosso (no, magari fosse solo il ciclo) è tornata a farci visita – la paventata e temuta Red Zone – a noi non resta che sprofondare comodamente nella morbida incertezza dei nostri divani e delle decisioni rimandate e timidamente sbiadite. Si perché anche noi donne sulla trentina ne abbiamo di cose lasciate a metà. In stand-by. In un ciclo che si ripete, e che riparte esattamente da dove l’avevamo lasciato un anno fa. Un viaggio. Un nuovo lavoro. O un figlio, per esempio.

Come se un figlio potesse essere messo in pausa e poi sparato fuori tipo razzo al momento più opportuno, più giusto, e meno anti-convenzionale.
Si ma quando è il momento giusto, in un periodo come questo? Mai, risponderebbero i più estremisti. Sempre, ribatterebbero tutti gli altri.
E allora a chi dare retta? All’orologio biologico che corre e sorpassa i nostri anni o al coraggio di buttarsi ad occhi chiusi in un frullatore di punti interrogativi, dal sapore agrodolce?
La cosa certa è che noi, donne sulla trentina, che in questi mesi di Lockdown abbiamo imparato a convivere con un partner in fase di trasformazione alla Cast away, più volte c’abbiamo pensato. A un figlio intendo (si, anche con il partner barbuto e con i calzini bucati) Lo abbiamo sentito vicino, scrutandolo da lontano.

Ma se in tante abbiamo fatto questo pensiero, in poche lo hanno davvero messo in pratica. Insomma, solo una percentuale minima di donne ha allestito un vero e proprio cantiere, progettando un’infrastruttura tanto bella quanto complicata. E infatti non è un caso che nel 2020 sia stato registrato un minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia. D’altronde, lo sappiamo, noi siamo la generazione part-time. Dei “precari”, dei contratti a progetto e dei progetti a contratto. Dei monolocali in affitto e delle bollette scadute. Dei sentimenti svuotati e dei sogni, quelli un po’ più alti, pagati a caro prezzo.

Siamo la generazione in coda in autostrada, che aspetta lo sbloccamento del traffico mentre in sottofondo ci ritroviamo a cantare il motivetto del momento “Metti un po’ di musica leggera perché ho voglia di niente…”, perchè ci fa sorridere e pensare di meno all’amaro che c’è intorno.

Per fortuna però, mi piace pensare che per nostra natura, noi donne, coraggiose lo siamo sempre state. Truccate di preoccupazioni certo, ma sempre celate dietro un filo, un po’ sbavato di mascara. Timidamente rivoluzionare. In grado di prenderle quelle decisioni importanti, rischiose, rischiosissime, ma sicuramente le più coraggiose.

Perché in fondo in un mondo che va al contrario, dove alle giovani donne viene tolto invece che dato per scontato, dove la realtà viene sostituita da insopportabili cliché, e dove un figlio deve essere programmato per essere tale, allora forse questo è davvero il momento. Di prendere decisioni. Nette. Totali. Coraggiose, mentre ascoltiamo in sottofondo un po’ di musica leggera… anzi leggerissima.

Ciao a tutte, sono Chiara Elci, giornalista e scrittrice. Ma divido tra programmi in TV e il mio computer, dove sviscero i miei pensieri, sulla società e sul quotidiano.
Ho pubblicato il mio primo libro nel 2015: Il Papavero e la neve.