Gender e l’identità di genere

ci permette cioè di parlare di mascolinità e femminilità andando al di là della differenza sessuale biologica.

gender identità

Ormai è un argomento di cui sentiamo parlare in continuazione, dal dibattito sulla validità di questa famigerata ideologia gender, alle sue implicazioni sociali, al sospetto verso la teoria gender a scuola, e mai con abbastanza chiarezza. Se cercate una definizione precisa, resterete delusi: non esiste una “teoria del gender” in senso specifico, che può essere giusta o sbagliata.

Il termine GENDER, in italiano GENERE, viene utilizzato per rifarsi al concetto di identità di genere: ci permette cioè di parlare di mascolinità e femminilità andando al di là della differenza sessuale biologica.

Quello di gender, è un concetto chiave della sociologia , e indica un insieme di convenzioni, comportamenti e abitudini comunemente attribuite ai due sessi in una certa società. In altre parole, sono i ruoli che una cultura assegna a uomini e donne. Non ha nessuna valenza biologica: i sessi sono e restano quello maschile e quello femminile. Il gender definisce come maschi e femmine sono caratterizzati in un preciso contesto sociale.

L’espressione raccoglie tutti quegli aspetti sociologici, antropologi e psicologici conosciuti come GENDER STUDIES, sviluppati a partire dagli anni 50 intorno ad un concetto fondamentale: il GENDER. Il concetto però, è andato via via complicandosi e quindi occorre fare una distinzione tra identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale.

L’identità di genere è la percezione profonda di femminilità o mascolinità di ciascun individuo. Il ruolo di genere è ciò che è culturalmente e socialmente definito come maschile e femminile. Il ruolo di genere risponde quindi alle credenze condivise dalla maggioranza, che definisce quali comportamenti si adattano ai ruoli maschili e femminili.

L’orientamento sessuale si riferisce all’attrazione sessuale di una persona nei confronti dell’altra. Gli orientamenti sessuali sono diversi e ad oggi sono considerati come normali varianti della sessualità. Tra i più conosciuti troviamo l’eterosessualità, l’omosessualità e la bisessualità. Tutte queste dimensioni possono comunque coesistere all’interno di ciascun individuo secondo combinazioni differenti.

Nella società occidentale del Novecento, l’uomo era legato all’idea di componente forte della coppia, colui a cui sono affidate le decisioni importanti, responsabile per gli altri membri della famiglia e con il compito di provvedere ai loro bisogni con il lavoro: la donna, al contrario, era relegata ai lavori domestici, ad essere la parte debole ma affettuosa, per natura dipendente dagli altri ma portata per l’educazione dei bambini. A ciascun genere corrispondeva naturalmente un certo tipo di abbigliamento, linguaggio e interessi. Perfino un certo tipo di attenzioni ed emozioni. Si tratta quindi di un concetto variabile, che implica cose diverse a seconda del contesto sociologico preso in considerazione.

Possiamo fare un chiaro esempio di come è cambiato il gender femminile nella mentalità occidentale: il ruolo della donna si è emancipato, tanto da aspirare a ricoprire incarichi diversi, può vestire in maniera diversa (si pensi a quanto scandalo poteva creare una donna che indossava i pantaloni, pochi decenni fa). Dunque la teoria gender non nega i due sessi in senso fisiologico, ma non afferma neanche che siano uguali e che ognuno possa inventarsi il proprio gender.

Il ruolo è una costruzione sociale e se una persona non riesce a identificarsi nelle aspettative sociali del suo gender, può rompere queste regole e costruirsi un ruolo adeguato, che non ha niente a che vedere né con l’identità di genere, né con l’orientamento sessuale. Pensiamo ai “crossdresser”, più comunemente chiamati “travestiti”: si tratta di persone che, per bisogno sociale o psicologico, si sentono a disagio nel dover sottostare a un certo codice di abbigliamento e per questo ne infrangono le regole comunemente accettate. Ci saranno quindi uomini che si vestono con abiti socialmente definiti da donna e viceversa. Ovviamente dobbiamo distinguerli da chi pratica il crossdressing per lo spettacolo e per il folklore (come drag queen o drag king), precisando che, un uomo crossdresser non è necessariamente gay, né si identifica sessualmente come donna. Ma si parla soltanto del ruolo sociale.

A questo proposito, dobbiamo far riferimento al sentimento di “disagio” che accompagna il bisogno di uscire dal proprio “gender”. Il termine appropriato per descrivere questa condizione è “disforia di genere”, ovvero uno stato in cui si avverte la discrepanza tra il proprio sesso biologico e la propria identità di genere. il malessere che ne consegue è importante e significativo, tanto da compromettere il funzionamento sociale, lavorativo e psicologico.

L’impegno del mondo scientifico a chiarire questi falsi preconcetti è grande, ma nonostante questo, la teoria del gender è al centro di molti dibattiti, proprio a causa della confusione che c’è sull’argomento ( basti pensare alla bufala sulla presunta “educazione gender” obbligatoria nelle scuole). Ovviamente la posizione di chi è pro e contro risulterebbe essere più chiara se l’argomento non fosse costernato da tabù e pregiudizi. E per abbattere questi “muri” l’unica cosa da fare è CONOSCERE.

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Ciao a tutte, sono Valentina Menotti, psicologa clinica, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana (n.7480), ho frequentato la scuola di specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale presso il C.S.A.P.R di Prato. Attualmente svolgo l’attività di libera professionista presso gli Studi Psychè , in via Fabbroni 11, a Prato.
Mi occupo di interventi individuali, di coppia, familiari, dello sport e mental training.
Nel 2017 ho coordinato i progetti” Sostegno alla famiglia” e “ Gioco d’azzardo patologico”, presso il Cento Giovani del comune di Montemurlo. Oltre alla libera professione, dal 2010, lavoro per la Cooperativa sociale Fuorischema, al fianco dei bambini e dei ragazzi con disabilità cognitiva, nei vari istituti scolastici. Spero di esservi utile nel chiarire i vostri dubbi riguardo la sessualità e la psicologia.
Per ulteriori informazioni, potete dare un’occhiata al sito www.valentinamenotti.it.