La psiche dell’Amante

Perché a volte cerchiamo qualcuno fuori dalla relazione

Centinaia di psicologi hanno tentato di capire le dinamiche tra i partner di una coppia, e molti offrono teorie sul perché scegliamo un partner piuttosto che un altro. Ecco alcune delle più interessanti.

Gli psicologi Elaine Hatfield e Richard Rapson sostengono che gli adulti esprimono uno tra i sei stili di “attaccamento”. Uomini e donne “saldamente legati”scelgono partner ai quali possono essere vicini, sono anche individui che tendono facilmente a stringere e a mantenere le amicizie. Le persone “volubili”si annoiano. Se conquistano un amante diventano irrequieti; se il loro partner si allontana, lo inseguono. Altri ”si incollano”; preferiscono partner coi i quali possono mantenere un contatto costante. I “tipi superficiali” si sentono facilmente oppressi, amano la loro indipendenza e fuggono da intimità ed eccessivo attaccamento. Gli amanti” casuali” non hanno voglia di investire troppe energie e tempo nell’amore. Hanno piacere a uscire con qualcuno, ma la lettura, i viaggi, il lavoro hanno la precedenza sull’impegno con il partner. E, infine, un esiguo numero di uomini e donne non è interessato all’amore: non compie alcuno sforzo per conquistare o mantenere un amante.

Secondo la psicologa Ayala Pines, noi scegliamo un partner simile al genitore con il quale abbiamo un rapporto non risolto fin dall’infanzia. Inconsciamente cerchiamo di risolvere questo rapporto nell’età adulta. Harville Hendrix sostiene che noi scegliamo partner che hanno sofferto traumi analoghi nell’infanzia e sono quindi fermi al medesimo stadio dello sviluppo. Murray Bowen dichiara che scegliamo il partner ce mostra il nostro stesso livello di “differenziazione” o “indipendenza di identità”.

Cerchiamo compagni che sappiano affrontare le ansie le ansie. Gli psicologi Cindy Hazan e Philip Shaver hanno costruito le loro teorie su quelle di John Bowlby e Mary Ainsworth, sostenendo che ci innamoriamo e formiamo un legame che rispecchia il tipo di legame affettivo che avevamo nell’infanzia con la madre. Sia esso “solido”, “ansioso-ambivalente”, o “scostante”. Vi è senza dubbio una parte di verità in queste teorie. Tutte però scaturiscono da un’idea fondamentale: ciascuno di noi possiede una personalità unica, costruita sulle esperienze infantili e su un patrimonio biologico personale. Questa struttura psicologica, in gran parte inconscia, ci fa innamorare di una determinata persona piuttosto che di un’altra. Le “mappe dell’amore”individuali iniziano a svilupparsi nell’infanzia, quando ci adattiamo agli infiniti stimoli ambientali che influiscono sulle nostre sensazioni e idee. Come sottolineò Maurice Sendak, l’infanzia è un “affare dannatamente serio”. Quando poi iniziamo la scuola e stringiamo nuove amicizie, sperimentiamo infatuazioni che plasmano ulteriormente le nostre simpatie e antipatie.

Quando da adolescenti , intrecciamo relazioni d’amore più profonde, continuiamo ad espandere la nostra mappa psicologica. E quando poi cavalchiamo le onde della vita, e sperimentiamo le sconfitte d’amore, arricchiamo ulteriormente questo bagaglio mentale. Quando si entra in una stanza affollata di potenziali partner, si porta nel proprio cervello una somma straordinaria di preferenze infinitesimali , biologiche e culturali, soprattutto inconsce, che possono spegnere o accendere la passione romantica. A rendere le cose ancora più complicate, gli essere umani sono profondamente diversi tra loro. Conoscete due persone simili? Io no. Le personalità umane conoscono molte sfaccettature. La natura ci offre un’infinita varietà di persone tra le quali scegliere, anche nel nostro stesso ambito sociale, economico e intellettuale. Credo che, insieme all’evoluzione delle enormi differenze di personalità tra gli esseri umani, si sia sviluppato anche il meccanismo con il quale scegliamo un partner, cioè l’insieme dei circuiti del cervello preposti all’amore romantico.

La mente nell’accoppiamento

Perché siamo tutti così diversi l’uno dall’altro? L’ idea al riguardo si collega direttamente all’affascinante teoria darwiniana sulla selezione sessuale.

Darwin era piuttosto infastidito da tutto l’apparato di ornamenti che vedeva in natura. Collari scarlatti, peni azzurri, mammelle pendule, danze e piroette, trilli melodiosi , le ingombranti piume della coda del pavone. Aveva la sensazione che tutte queste decorazioni superflue indebolissero la sua teoria , secondo la quale le caratteristiche di una specie si erano sviluppate secondo uno scopo ben preciso. Si lamentava che “la sola visione di una piuma di pavone mi fa stare male”.

Con il tempo Darwin giunse alla conclusione ch questi abbellimenti sgargianti avevano come unico scopo quello di attrarre un compagno. Gli animali dotati del più elegante apparato di corteggiamento attraevano un maggior numero di femmine con le quali accoppiarsi: questi dongiovanni procreavano in gran quantità e trasmettevano ai propri discendenti quegli ornamenti apparentemente inutili. Darwin chiamò questo processo “selezione sessuale”. In un libro molto originale, intitolato Uomini, donne e code di pavone,lo psicologo Geoffrey Miller aggiunge qualcosa alla teoria darwiniana. Suggerisce che anche gli esseri umani hanno sviluppato, nel corso della loro evoluzione, una serie di caratteristiche in grado di colpire un potenziale partner. Secondo il ragionamento di Miller la nostra intelligenza, il talento linguistico e le capacità musicali, l’istinto a creare opere d’arte , storie, miti, commedie e drammi, il piacere dello sport, la curiosità, l’abilità a risolvere complessi problemi matematici, la virtù morale, il senso dell’umorismo , la creatività, il coraggio, la combattività, la perseveranza e la gentilezza sono caratteristiche troppo complesse e dispendiose in termini di energie per essersi sviluppate soltanto per sopravvivere un giorno in più.

Se i nostri antenati avessero avuto bisogno di queste attitudini semplicemente per vivere, anche gli scimpanzé le avrebbero sviluppate. E così, invece, non è stato. Il dottor Miller è convinto, pertanto che tutte queste meravigliose capacità umane si siano sviluppate per vincere il gioco dell’amore. Siamo “macchine da corteggiamento”. Darwin però, non ha trattato in dettaglio il modo in cui gli esseri viventi rispondono a queste manifestazioni del corteggiamento e il perché preferiscono un partner piuttosto che un altro. Riteneva che questo processo di selezione fosse in qualche modo collegato a un apprezzamento della bellezza e scrisse che le femmine di tutte le specie erano attratte dai maschi che mettevano in mostra la propria avvenenza. Non riuscì tuttavia a spiegare come questa attrazione femminile agisse nel cervello animale.

Quando dove e perché i nostri antenati cominciarono ad avvertire il bisogno di un linguaggio più complesso e di altri talenti per conquistare un compagno? Gli scimpanzé non hanno bisogno di poesia o di musica per accoppiarsi . che cosa ha dunque innescato l’evoluzione di questa miriade di talenti umani e l’insieme dei circuiti cerebrali che spingono verso una persona piuttosto che un’altra? L’amore romantico. Tutto ebbe inizio, come disse Dryden, ”quando il nobile selvaggio cominciò a correre nella foresta”.

BIBLIOGRAFIA:

“Perché amiamo” H. Fischer

“L’origine della specie” C. Darwin

“Uomini, donne e code di pavone” G.Miller

www.stateofmind.it

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Ciao a tutte, sono Valentina Menotti, psicologa clinica, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Toscana (n.7480), ho frequentato la scuola di specializzazione in psicoterapia sistemico relazionale presso il C.S.A.P.R di Prato. Attualmente svolgo l’attività di libera professionista presso gli Studi Psychè , in via Fabbroni 11, a Prato.
Mi occupo di interventi individuali, di coppia, familiari, dello sport e mental training.
Nel 2017 ho coordinato i progetti” Sostegno alla famiglia” e “ Gioco d’azzardo patologico”, presso il Cento Giovani del comune di Montemurlo. Oltre alla libera professione, dal 2010, lavoro per la Cooperativa sociale Fuorischema, al fianco dei bambini e dei ragazzi con disabilità cognitiva, nei vari istituti scolastici. Spero di esservi utile nel chiarire i vostri dubbi riguardo la sessualità e la psicologia.
Per ulteriori informazioni, potete dare un’occhiata al sito www.valentinamenotti.it.